Prosegue ad Ivrea il processo sull’amianto “Olivetti” a carico dei big della finanza italiana (a partire dall’Ing. Carlo De Benedetti, l’ex ministro Corrado Passera, e l’imprenditore Roberto Colaninno), nel quale il ns. pool di legali, rappresentato dagli Avv.ti Cesare Bulgheroni, Alessandra Guarini e Massimiliano Gabrielli, ha ricevuto incarico per costituirsi parte civile e richiedere il risarcimento del danno, in favore di ANMIL, associazione nazionale che persegue interessi diffusi coincidenti con quelli lesi dai fatti oggetto del giudizio, ed ha svolto in un lungo arco temporale un’attività di tutela delle vittime e dei familiari anche di coloro che si sono ammalati a causa di malattie professionale tra cui necessariamente quelle conseguenti all’inalazione di amianto, che veniva utilizzato (sotto forma di talco contaminato di tremolite) in alcune fasi di lavorazione per assemblaggio delle macchine da scrivere, e diffusamente presente nelle strutture di rivestimento degli ambienti lavorativi di alcuni stabilimenti della azienda di Ivrea.
All’udienza del 25 maggio 2015 il GIP del Tribunale di Ivrea, Dr.ssa Cecilia Marino, ha preliminarmente stralciato la posizione di un altro imputato, Sig. Gribaudo, per ragioni connesse all’incapacità del medesimo di partecipare al processo a causa della età avanzata. Sono dunque quattro le posizioni stralciate per le quali il Giudice, in un separato processo, vaglierà l’impedimento di natura medica eccepito dai difensori per i loro assistiti.
L’udienza é proseguita appunto con la discussione sulle istanze di costituzione di parte civile e di risarcimento presentate dalle moltissime parti offese e danneggiate dai reati in contestazione, fase conclusasi con l’ammissione di ANMIL quale parte civile, rappresentata in aula dall’Avv. Cesare Bulgheroni.
Un primo ed importantissimo risultato!
Il risultato é particolarmente significativo perché ottenuto nonostante la ferma opposizione di alcune difese e perché la ammissione della ANMIL era tutt’altro che scontata, alla luce di precedenti decisioni di esclusione della stessa associazione, assunte in altri importanti processi sempre sul tema di amianto.
Tutte le parti civili costituite hanno, quindi, presentato immediatamente istanza al GIP per essere autorizzate alla citazione di TELECOM quale responsabile civile, tenuta quindi, in caso di condanna, alle restituzioni e ai risarcimenti in solido con gli imputati in favore delle vittime. Telecom, infatti, venne fatta oggetto di una eclatante scalata azionaria da parte proprio della Olivetti e, attraverso una serie di incorporazioni e fusioni societarie, oggi la seconda si identifica con la prima, e che quindi, a seguito di una eventuale condanna dei propri dipendenti e manager dell’epoca (i quali comunque risponderanno in proprio con i loro personali patrimoni), dovrà risarcire i danni anche ad Anmil.
Il Giudice ha sollevato per l’imputato Marescotti, dipendente di Olteco (in relazione al capo di imputazione Q) la questione delle legittimazione passiva di Telecom non essendo la società Olteco rientrata nella fusione per incorporazione di Olivetti e, esaurita la discussione sul punto, il GIP, in accoglimento anche della richiesta dell’Avv. Bulgheroni, ha ordinato la citazione quale responsabile civile di Telecom, che quindi sarà chiamata a rispodnere dai danni alle vittime dell’Amianto Olivetti.
Un secondo fondamentale risultato ottenuto!
Il processo è stato rinviato all’udienza del 23 settembre 2015 ore 9.30 presso la nuova sede del Tribunale in via Cesare Pavese n. 4 per la prosecuzione dell’udienza preliminare con invito a Telecom di predisporre e depositare memoria di costituzione di RC entro il 10 settembre e di inviarla a tutti i difensori via email. Per consentire l’organizzazione dell’attività d’aula il Giudice ha inoltre già fissato le udienze successive: 25, 28 e 30 settembre e 1 e 5 ottobre ore 9.30.
Infine, per quel che riguarda la posizione di Preve – già stralciata dal processo principale e per cui era stata fissata un’udienza preliminare a parte di fronte a diverso GUP per il 21 maggio scorso – il fronte delle parti offese e danneggiate si è diviso: mentre alcune hanno chiesto e ottenuto la duplicazione di ammissione come parti civili con richiesta di citazione di Telecom quale responsabile civile, il pool di legali di ANMIL, ha deciso di non perseguire, anche in quella sede, la costituzione di parte civile.
La decisione è legata alla diversa posizione processuale dell’imputato che, dall’analisi delle carte processuali, appare più debole dal punto di vista della tenuta dell’accusa; nel caso tuttavia di un rinvio a giudizio – che comunque comporterebbe la riunione del processo con quello principale – sarà sempre possibile effettuare per conto di ANMIL la costituzione al dibattimento anche contro tale imputato. L’udienza preliminare nei confronti dell’imputato Preve é stata fissata per il prossimo 21 settembre ore 9.30.
Insomma, l’obiettivo di un formale riconoscimento alla legittimazione attiva dell’importante Associazione a partecipare al più importante processo nazionale sul tema dell’Amianto è certamente stato raggiunto con l’ammissione di ANMIL come parte civile e con la citazione di Telecom, ed ora non resta che battersi per il rinvio a giudizio degli imputati per l’accertamento delle responsabilità e la punizione dei colpevoli per anni di gravissimo ritardo nella adozione di quei necessari presidi contro il già estesamente noto rischio amianto negli stabilimenti Olivetti: una responsabilità colposa – se non si voglia parlare di dolo eventuale – per decine di ingiuste ed inaccettabili morti bianche!
Dipendenti della “fabbrica modello”, che tale è rimasta nell’immaginario collettivo ben oltre la morte di Adriano Olivetti, nel 1960, morti di lavoro anche a distanza di decenni, quando ormai magari si è appesa la tuta blu a un chiodo, per il solo fatto di avere un’occupazione, inconsapevoli dei rischi corsi fino all’ultimo per aver respirato polveri fatali, maneggiare materiale contaminato e scatole di pezzi piene della polvere mortale. Senza alcuna protezione, niente maschere e guanti, nessuna informazione, quando invece ai vertici societari erano da tempo noti i dati della contaminazione e i rischi ambientali.
Si apre quindi la ulteriore possibilità, sempre entro la futura fase dibattimentale, di costituirsi parte civile nel “doppio” processo Olivetti, anche da parte dei moltissimi lavoratori, e loro familiari, rimaste vittime della asbestosi presso gli stabilimenti, visto che sono decine i casi conclamati di morte e centinaia quelli certamente compatibili con patologie legale all’amianto.