Processo ETERNIT Bis – VERCELLI

CODACONS sarà parte civile nel processo penale ETERNIT Bis che si sta per avviare presso il Tribunale penale di Vercelli sulle 258 morti per mesotelioma pleurico causato dall’amianto agli ex lavoratori dello stabilimento di Casale Monferrato tra il 1989 e il 2014.

Dopo lo stop del Gup di Torino e della Cassazione alla contestazione di omicidio volontario a carico del miliardario Stephan Schmidheiny, titolare ed AD della Eternit, il reato è stato derubricato in omicidio colposo e il procedimento spacchettato tra le varie procure di competenza (Torino, Vercelli, Napoli e Reggio Emilia) dei vari stabilimenti di produzione;  la Procura di Napoli, tuttavia, ha di nuovo coraggiosamente contestato al magnate svizzero il reato di omicidio volontario con dolo eventuale, e nei giorni scorsi ne ha ottenuto il rinvio a giudizio.

L’associazione CODACONS con sedi a Biella, Vercelli e Gattinara si è attivata per prestare assistenza legale alle centinaia di famiglie coinvolte nel processo “ETERNIT Bis”, che nei prossimi mesi anche la magistratura di Vercelli avvierà, e sta raccogliendo adesioni per la costituzione di parte civile collettiva con richiesta dei danni, usufruendo collettivamente dell’assistenza di consulenti scientifici ed avvocati penalisti specializzati in processi di mass tort ed esposizione ad amianto.

COMUNICATO STAMPA ANMIL – Eternit in Cassazione

anmilANMIL SARÀ PRESENTE AL PROCESSO ETERNIT DOMANI IN CASSAZIONE

Roma, 12 dicembre – L’ANMIL (Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi del Lavoro), già parte civile in tutti i principali processi per le vittime dell’amianto, sarà presente anche a Roma all’udienza fissata per domani mercoledì 13 dicembre, innanzi alla suprema Corte di Cassazione nella nota vicenda “Eternit” per stare a fianco della vittime e per sostenere il ricorso presentato dalla Procura della Repubblica di Torino contro la clamorosa decisione del Gup del Tribunale torinese di derubricare nel reato di omicidio colposo aggravato da colpa cosciente l’iniziale accusa di omicidio volontario. Ciò a tutto vantaggio dell’unico imputato, Stephan Schmidheiny, già scampato dalla condanna per disastro ambientale grazie alla prescrizione del reato e che, ancora una volta, potrà beneficiare di una comoda difesa tecnica.
Un provvedimento contro le vittime, gettate di nuovo nell’incubo della prescrizione, e con il quale il processo è stato oltre al resto spacchettato in ben cinque tronconi dinanzi ad altrettante Corti, dal Piemonte alla Sicilia, con restituzione degli atti alle Procure interessate e, quindi, con una sostanziale battuta d’arresto.

“Saremo in aula per contestare una decisione di abnorme gravità, o forse sarebbe più corretto dire deforme dal punto di vista giuridico – dice l’avvocato Alessandra Guarini, che con i colleghi avvocati Massimiliano Gabrielli e Cesare Bulgheroni rappresenta l’ANMIL nei processi per omicidio e lesioni personali sul lavoro – ma anche per evitare che ad uccidere la dignità delle famiglie delle vittime sia non solo l’amianto ma anche una Giustizia impalpabile e pulviscolare alla pari delle fibre killer degli stabilimenti Eternit”. 

Processo Eternit bis: il Gup di Napoli rinvia in attesa della Cassazione

Il troncone di processo Eternit bis è arrivato al Tribunale penale di Napoli dopo la derubricazione delle contestazioni – da reato volontario ad omicidio colposo, che ha determinato lo spacchettamento delle competenze territoriali rispetto ai vari stabilimenti di produzione dell’eternit, ed è stato rinviato al fine di rinnovare l’avviso della citazione a giudizio in tedesco nei confronti del miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, patron della fabbrica Eternit in Europa ed unico imputato nel processo penale sul disastro Eternit e le morti bianche negli stabilimenti di produzione, ma sopratutto in attesa che la Corte di Cassazione si pronunci tra pochi giorni (13.12.2017) sul ricorso della procura di Torino (e quello autonomo della procura generale), contro la riqualificazione dei reati da omicidio volontario/colposo decisa l’anno scorso dal GIP di Torino in una impostazione non condivisa dai PM, che invece insistono sulla presenza del dolo eventuale mei reati contestati.Noi con ANMIL e la nostra esperienza in campo di mass tort & disaster stiamo seguendo come parti civili anche questo filone processuale ed oggi 27.11.2017 eravamo in aula; aspettando la decisione della Corte di Cassazione, che con ogni probabilità lascerà immutata la contestazione colposa e quindi la competenza in capo ai vari Tribunali territoriali rispetto ai vari stabilimenti, restiamo in attesa di entrare nel vivo del processo, al fianco ed a tutela delle vittime e dei loro familiari, che possono ancora costituirsi come parte civile in questo importante filone processuale, al fine di chiedere giustizia ed ottenere il risarcimento di tutti i danni sofferti a causa della inalazione di filamenti del fibrocemento da parte dei lavoratori nello stabilimento Eternit di Bagnoli in provincia di Napoli.

PROCESSO ETERNIT – si riparte dall’omicidio colposo

img_3758La decisione del Gup di Torino, Dr.ssa Bompieri, di derubricare i reati da omicidio volontario ad omicidio colposo nel processo eternit a carico dell’imprenditore svizzero Schmidheiny, è stata commentata da più parti come una grande vittoria per la difesa del l’imputato ed una dura sconfitta per le vittime; al contrario riteniamo che solo apparentemente ciò ha reso più lontano e difficile l’obiettivo di ottenere giustizia per le parti civili. Se da un lato infatti l’accusa, almeno per il processo torinese, è stata ridimensionata e sottratta alla competenza esclusiva della Corte D’Assise di Torino, dall’altro siamo convinti che in questo modo il Processo, che andrà celebrato avanti al Tribunale monocratico competente per territorio, sarà più veloce e snello, e per le vittime sarà decisamente più facile raggiungere l’obiettivo della condanna dell’unico responsabile di questa tragedia.
Ciò per due ragioni: dimostrare la colpa cosciente con previsione sarà decisamente più agevole che dimostrare il dolo, la cui prova in giudizio resta un elemento di grande criticità, se non di vero e proprio rischio per l’esito finale del processo, ma sopratutto perché i tempi di trattazione saranno estremamente più rapidi.

Arrivare rapidamente alla condanna quantomeno di primo grado resta fondamentale, non tanto ai fini della prescrizione dei reati (che è ancora molto lontana grazie alle presumibili contestazioni di aggravanti) ma sopratutto perché in questo processo vi è un solo imputato, di età molto avanzata, ed il tempo passa anche per lui.

Fondamentale, dunque, è garantire la condanna di Stephan Schmidheiny che, pur rispondendo di omicidio colposo, ma aggravato dalla colpa cosciente con previsione dell’evento, avrà comunque una pena severa e sarà onerato (lui ed i suoi eredi) al pagamento dei risarcimenti che, pur nei limiti della giustizia terrena, costituirà una condanna che ci auguriamo sia, il quanto più possibile, vicina alle aspettative delle vittime.

D’altronde lo stesso ex PM Raffaele Guariniello ha giustamente commentato “Schmidheiny sarà processato e il procedimento va avanti. Il dolo e la colpa non è cosi determinante, conta che questi processi si continuino a fare, si possono e si devono fare. E l’ Italia continua a essere l’unico paese in cui lui viene penalmente perseguito